Critica di Domenico Mungo
Le tele di Paola Adornato raffigurano la plastica staticità dei paesaggi urbani, i residui della post-archeologia industriale, l'afflato di una civiltà in declino, che trova musa ispiratrice nell'occhio che scruta lo skyline, indugiando su particolari apparentemente secondari, che esprimono la dialettica del disagio e della straniante dimensione umana contemporanea.
Strade che conducono indietro nel surreale agitarsi di una società in evoluzione verso l'ignoto. Un ulteriore sguardo d'arte e di sensazione, rivolto al requiem di una città, che cerca una nuova identità, specchiandosi nel suo passato.